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mercoledì 9 dicembre 2015

Il corpo della fede, di Teodoro Custodero

Papa Bergoglio e Papa Ratzinger, Giubileo 2015
Il 9 dicembre del 2012 tante cose erano diverse da oggi: non ero ancora sposato, ero un insegnante precario, non c’era papa Bergoglio ma Joseph Ratzinger, questo blog non era legato alla casa editrice Pietre Vive – che ancora non esisteva – e proprio dalle pagine di questo blog scrivevo un post dal titolo “Ma liberalo da Hegel”. In quel post commentavo un’infelice uscita del vecchio papa sulle coppie gay (leggibile nel Messaggio per la celebrazione della giornata della pace 2013) da lui definite come “offesa contro la verità della dignità della persona umana, ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”, cercando di spiegarla come una coerente ma sbagliata conseguenza della crociata da lui intrapresa contro il relativismo culturale a favore della verità e della persona. Scrivevo nell’articolo: 
«È nota la battaglia di papa Ratzinger sin dall’inizio del suo pontificato al relativismo: il relativismo è causa dell’insorgere del nichilismo, la malattia dell’Occidente (il papa cita Nietzsche!). Proclamando che “non esistono fatti ma solo interpretazioni” il nichilismo per il papa è di fatto colpevole, a livello teoretico, della distruzione del concetto di verità e, a livello morale, della perdita dei valori della tradizione giudaico-cristiana e della nascita di un individualismo esasperato. […] Quella del papa è innanzitutto una battaglia culturale, si scaglia cioè contro alcune idee che ritiene pericolose e propone di sostituirle con altre. Ma la sua battaglia è fatta ancora una volta di parole, di concetti astratti e universali: la verità e la persona che il papa vorrebbe difendere sembrano avere poco a che fare con le verità e le persone che incontriamo ogni giorno. La sua lotta in difesa dei principi a volte mette in secondo piano quella in difesa dei titolari dei custodi di questi principi, gli uomini». 
Sennonché il tempo è passato, io oggi sono sposato e di ruolo, Pietre Vive è una promettente casa editrice e il nuovo papa è Bergoglio. E Ratzinger? Il teologo tedesco è apparso ieri a Roma accanto al nuovo papa durante la cerimonia di apertura della Porta Santa che sancisce l’inizio del Giubileo per la Chiesa Cattolica; è apparso invecchiato e debole, aggrappato ad un bastone che gli permetteva di restare in piedi e muoversi. E in quell’immagine ho sentito – molto più di quando era papa – la presenza di Dio: non nel violento e combattivo spirito di un teologo in guerra contro la cultura mondana e le sue nuove morali, ma nell’indifeso corpo di uomo incapace di muoversi senza un aiuto, che con lo sguardo sembrava chiedere scusa per gli errori del suo passato e per quelli di un’istituzione altrettanto vecchia e peccatrice come la Chiesa; un corpo che si abbandonava a peso morto nel mare della misericordia di Dio.

[Teodoro Custodero è autore di Pensieri superflui sullo spirito ai tempi di Facebook, Pietre Vive, 2015]

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